Fa tutto, fa tutto a tempo. E fa tutto il suo dovere e altre e altre cose, il resto impreciso, tanto impreciso uno, il tempo, controlla tutto. Fa tutto, esplora l’impianto dei bagni, fa la lezione, continua nell’impulso, esplora l’impianto delle luci, va svelto, non impone o non esige l’attenzione e poi tocca-accende, lo sperimenta a suo modo accanto al corpo, che al suo contatto si esponeva, emette o geme, tritato-tagliato, con le vere pulsazioni che accelerano, sente, ha bisogno di fare una cosa che, allontanarsi dalla scarica, così è vero del suo contatto, o è vero bianco, il suo colore puro, tanto simili al sentimento i trèmiti sempre, ancora esige la pausa, o aspira, per ridurre tutte le vibrazioni, nel respiro si impegna, nel controllo che non è preso, dei pochi secondi per essere sicuro su un sorso d’acqua, nell’aspirazione ancora per distendere di. E fa tutto, perde la cartina per il tabacco, crea panico, muove-regola per sollevare ancora o vedere sotto e infine ritrovare per calmarsi a. Fa tutto, tenta di dormire se non conta i bip intermittenti allo scatto di un elettrodomestico o di un singulto, il suo intervallo, di un gatto che miagola, se. Fa tutto ma senza memoria, il solo, sogna il contesto, prende tutto per chiaro, è contesto puro, solo nel contesto reagisce, lo circonda, è contesto, il suo impiego tanto specifico si chiarisce solo in un contesto, e tutto diventa e lo diventa, in pieno sonno riesamina Wittgenstein e Hocquard sul problema, tutto, e riprende nel dormiveglia le intuizioni del sonno, non è così lucido per l’impreciso o non sa a che cosa si applica ora e svaniscono, in. (Traduzione di Massimo Sannelli)