Ad un getto d’acqua e il suo rumore, ad un castello d’acqua, al palazzo in costruzione, all’assemblaggio dei mattoni, alla barriera del cantiere, alla botte da cui l’acqua cola, dal bordo, al manto, canniccio intrecciato per proteggere, alle barre che ne spuntano, al vento che agita la superficie, agli alberi agitati dal vento, alla geometria tubolare di ponteggi, alle linee tracciate contro il cielo, all’ombra degli alberi sul bitume, alla luce sul bitume, alle ombre su una palizzata, alle strisce bianche dei pedoni che vanno al palazzo in costruzione, alla corteccia striata, alla via deserta, ai riverberi, agli alberi del bordo, al picco di legno che ondeggia e un foglio di carta, all’acqua che cola sulla terra, nelle faglie del bitume, al ruscello che ne viene, al rumore dell’acqua che ne cola, alle gocce in sospensione, al getto d’acqua rotativo, alle gocce d’acqua sulle foglie e rami di un arbusto, ad un palo, ad un albero, al profilo angoloso di un palazzo moderno, al taglio dei balconi al cielo, a una serie di cessazioni, di linee dentate, ad una via alberata, ad una gru, al cielo, al sole che tramonta dietro nuvole grandi, a un riverbero spento sul cielo nero che si accende, ad una via, ai riverberi accesi, all’alone mimetico di un sole, annuncia la fine, una rivelazione, sovrappone: fine, nero, fermo. (Traduzione di Massimo Sannelli)